lunedì 23 agosto 2010

Un "ristorante" in crisi di identità

Sono giorni che ci penso.
Si, insomma, giro e rigiro attorno al concetto di "ristorante" e mi chiedo se noi lo siamo davvero o se ciò che accade da queste parti ha da ritenersi qualcosa di diverso.
Non abbandonerei per niente al mondo l'idea di offrire ospitalità anche ai "non ospiti dell'albergo". Sono molto legata all'idea che questo sia uno spazio aperto, vocato per natura alla condivisione, allo scambio, ad allargare le braccia al viandante. Amo l'idea della piazza (non è un caso che lo spazio aperto all'ingresso sia stato spontaneamente battezzato così, da alcuni ospiti), mi solletica il pensiero di vivere in uno spazio che facilita gli incontri, in un'epoca in cui si rischia sempre più di isolarsi, coltivando incontri meramente virtuali.
una sbirciatina alla nostra "piazzetta emotiva"
Al tempo stesso penso che il concetto di "ristorante" ci stia stretto, non ci rappresenti, non somigli a ciò che accade da noi. A ben pensarci, non mi piace l'idea che chi viene da noi mangi e faccia l'esperienza di qualcosa di diverso rispetto a ciò che stanno mangiando gli ospiti. Mi sembra contrario alla nostra filosofia  far si che alcune persone partecipino di uno spirito e di un concetto di accoglienza e altre no.
Più ci penso e meno mi convince.
Forse perché qui proviamo a condividere una ESPERIENZA, nel suo complesso... fatta di sapori, odori, "aperiemotivi" in piazzetta, quattro chiacchiere in giardino. E' così che ci piace accogliere le persone che passano di qui, anche soltanto per una cena. Del resto, il nostro sforzo (reso più semplice nella bassa stagione, quando la reperibilità delle erbe spontanee è maggiore) è quello di riproporre all'ospite le stesse suggestioni (in termini di profumi e sapori per esempio) avute durante la giornata, lungo i sentieri: ecco perché la nostra è una cucina emotiva, legata alle suggestioni del momento.
Così, nel periodo della lavanda vinceranno i suoi profumi mentre in autunno avremo più corbezzoli e mirto non dimenticando il pescato e ciò che l'isola ci propone, senza mai smettere di sorprenderci.
Un esempio?? Una delle tante  chiacchierate con Michele in   giardino può aiutarmi in questo senso...

Anche per oggi credo di aver scritto abbastanza, del resto al momento si tratta di riflessioni che alla rinfusa si appoggiano su un foglio virtuale, penso che il nostro concetto di ospitalità sia in divenire, abbia voglia di crescere, di confrontarsi con nuove sfide, di capire la strada che vuole percorrere, trovando modalità di espressione le più simili possibile a noi.
Al prossimo assaggio, allora!

2 commenti:

  1. Mh..mh... Ma quindi e' una dfinizione che vai cercando? Io, certe volte, alle cose che più mi piacciono non do nome! Oppure un nome bislacco! Potrebbe essere il Ristoro del bislacco! ;)

    RispondiElimina
  2. mi piace... bislacco mi calza a pennello.
    Faccio della mia bislacchitudine ragion d'essere!
    si si mi piace
    anche il bivacco del bislacco non è male ma forse è fin troppo :)
    Concordo con te su una cosa: se una cosa mi piace molto fatico a trovarle una "definizione"
    continueremo instancabilmente a cercare... grazie dell'aiuto :)

    RispondiElimina